In occasione del tradizionale incontro quaresimale in preparazione alla Santa Pasqua, che si è tenuto Venerdi 22 Marzo nella Parrocchia del Sacratissimo Cuore di Gesù a Frosinone, dove il nostro vescovo mons. Ambrogio Spreafico incontra i giovani della nostra diocesi, la Pastorale giovanile diocesana insieme con l’Ufficio Missionario della diocesi ha organizzato una veglia di preghiera per tutte quelle persone che hanno offerto la loro vita per il Vangelo di Cristo, in particolare per mons. Oscar Romero di cui, il 24 marzo ricorrono i 38 anni dall’assassinio.
Un momento toccante, che ha visto la partecipazione di numerosi giovani ed aperto dalla processione di ingresso che precedeva il vescovo che ha portato una candela accesa sotto l’immagine di mons. Romero e un lungo drappo rosso a simboleggiare il sangue versato da queste povere persone che volevano solo credere.
Nell’omelia che ha preceduto la proclamazione di tutti i nomi dei martiri uccisi nell’anno appena trascorso, il vescovo Spreafico ha ricordato ai presenti che: “Essi non hanno ceduto alla violenza, ma scelsero di continuare bene, soprattutto ai poveri e ai bisognosi. Ecco! Questa è la loro “colpa”: Sono stati uccisi perché amavano troppo, perché amavano Dio e perché amavano i loro fratelli”. Poi ricordando mons. Romero: “ una persona umile e sempre attenta alle esigenze degli altri, è stato ucciso mentre celebrava messa nella cappella dell’ospedale dove si recava quotidianamente”. Un’ultima battuta è stata riservata alla violenza che si pratica ormai in tutti i modi possibili, social compresi: “Condividere e appoggiare messaggi di odio e di discriminazione è una cosa da condannare assolutamente”
Al termine dell’omelia, mentre venivano letti i nomi dei martiri, i ragazzi hanno acceso una candela per ogni persona ed è stato affisso un chiodo per continente sulla croce, a significare che Cristo continua a offrire il suo sacrificio nei martiri sparsi nel mondo.
Come gesto conclusivo, è stato offerto ad ogni ragazzo un sacchetto di grano che farà germogliare e metterà davanti l’altare della reposizione il Giovedì Santo nella sua parrocchia, per non restare a guarda o a commuoversi per queste fratelli e sorelle uccisi, ma di donare noi stessi a Cristo vivendo a pieno l’Eucarestia, simboleggiata, appunto, dal grano. Mentre all’uscita i ragazzi sono stati invitati a mettere le mani nella sabbia per “sporcarsi le mani” e per dire “Si, io ci sono”.Andrea Pesillici
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